I colori ausiliari

Vediamo ora i colori ausiliari:

VIOLA

Il viola è formato dal rosso e dal blu. Anche se ne perde la nettezza di significato, il viola tenta di unificare l’impulsività del rosso e la quiete del blu, e rappresenta dunque l’identificazione, una profonda intimità di sentimenti che punta ad una fusione totale tra soggetto e oggetto che fa in modo che tutto quello che viene desiderato dal soggetto possa diventare una realtà.
La persona che preferisce il viola vuole avere rapporti magici. Vuole affascinare se stessa e gli altri e, anche se l’identificazione è magica, la distinzione tra soggetto e oggetto esiste ancora. Il carattere fantasioso
del viola può portare all’incapacità di distinguere, e di conseguenza all’esitazione, all’incertezza, fino all’irresponsabilità.
I soggetti che scelgono il viola necessitano di una comprensione particolare, di un trattamento pieno di riguardo e di molto affetto e hanno l’esigenza di un partner nel quale identificarsi.

Chi rifiuta il viola non si concede il desiderio di un’intimità mistica con l’altro e manifesta una volontà a non concedersi e abbandonarsi in modo profondo a qualsiasi rapporto.

MARRONE

Il marrone è la fusione tra rosso e giallo un po’ carico. Questa mescolanza diminuisce lo slancio creativo, l’impulsività, la dinamicità e la forza vitale del rosso. La vitalità non è più efficace. Di conseguenza il marrone rappresenta le sensazioni di benessere fisico e di soddisfazione sessuale, la voglia di liberarsi da situazioni che creano sensi di sconforto, stati d’incertezza, malattie, e da problemi che il soggetto non si sentirebbe in condizione di risolvere.

Chi rifiuta il marrone non ha riguardo per il proprio corpo trascurandone la condizione vitale.

Guglielmo Incerti Caselli Grafologo

NERO

Il nero è la negazione classica del colore. È il “no” che si oppone al “sì” del bianco. Il nero rappresenta la rinuncia, l’abbandono, influenza fortemente la scelta degli altri colori, rifondandone il carattere.
Questo colore rappresenta il limite oltre il quale non c’è più nulla. Se possiamo considerare il bianco la pagina vergine sulla quale si può ancora scrivere la storia, il nero ne rappresenta la conclusione definitiva.
Chi sceglie il nero tende a rinunciare a tutto e a protestare con veemenza contro quelle situazioni che non sono come egli vorrebbe che fossero. Si ribella alla sorte, e rischia di agire sempre in un modo precipitoso e irrazionale.

Chi rifiuta il nero vuole avere il controllo delle sue azioni e decisioni e manifesta il desiderio di non volere rinunciare a niente.

GRIGIO

Il grigio non è né chiaro né scuro e completamente privo di ogni stimolo e di ogni tendenza psicologica. È la neutralità più completa. Il grigio è un po’ come una terra di nessuno, una zona smilitarizzata, un confine tra zone diverse.
Chi sceglie il grigio vuole separare tutto con un muro, vuole schermarsi rifiutandosi di impegnarsi in modo da proteggersi da ogni stimolo e da qualsiasi influenza esterna, nascondendo le sue intenzioni, i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Tende a non farsi coinvolgere, e rinuncia a qualsiasi partecipazione spontanea, facendo in modo meccanico e artificiale tutto quello in cui viene coinvolto forzatamente. Anche quando dà l’impressione di partecipare lo fa, però, solo da lontano mettendosi da un lato a osservare senza lasciarsi coinvolgere da scelte o rifiuti drastici.

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