La percezione del colore va intesa come un evento rivelatore di una dinamica emozionale profonda che dipende dalle nostre caratteristiche personali. La “tavolozza cromatica” interna dipende non solo dal nostro modo di percepire i colori esterni, ma anche dalla nostra modalità di elaborarli emozionalmente. Questo in relazione a un approccio psicologico che mette in primo piano la nostra esperienza personale piuttosto che la nostra preparazione culturale.
La nostra reazione al colore sarà sempre un mezzo di espressione estremamente soggettivo e non ha senso valutare la risonanza emotiva di un colore preso a se stante, ma bisogna valutarlo nei diversi contesti associativi rispetto ad altri colori Sappiamo che i colori possono influenzarci in modo positivo o negativo e questo indipendentemente da come li vediamo.
W. Kandinsky affermava che il colore è un mezzo per stimolare direttamente l’anima. Amava dire che l’armonia dei colori è fondata su un solo principio: l’efficace contatto con l’anima. A suo avviso ogni colore è dotato di un proprio valore espressivo e spirituale e, di conseguenza, suo tramite è possibile rappresentare la realtà spirituale prescindendo da qualsivoglia allusione oggettiva.
Parlando di psicologia dei colori non bisogna dimenticare però che la storia e la tradizione di ogni popolo fanno sì che il valore psicologico del colore vada bene per qualcuno ma che per qualcun altro abbia significati completamente diversi, fino ad essere vero il contrario: basta dire che se in occidente il colore del lutto è il nero, in Cina è esattamente il suo opposto, cioè il bianco.
Normalmente il colore che preferiamo esprime l’immagine ideale che abbiamo di noi stessi, quello che vorremmo essere.
Lo psicologo, psichiatra e filosofo svizzero Max Lüscher ha steso, nel 1949, un importante “Test dei colori”, basandosi sul fatto che una certa attrazione o repulsione nei confronti di un determinato colore siano riconducibili a particolari stati psicofisici ed emozionali che ogni colore e ogni combinazione cromatica generano nell’osservatore, tenendo conto anche che la preferenza mostrata verso ciascun colore e le reazioni che provoca nel soggetto cambiano a seconda degli individui e dei vari momenti nello stesso individuo. In breve, i colori parlano di noi, dando precise informazioni su bisogni, desideri, rifiuti, paure, basta saper decifrare il messaggio.

Il test di Lüscher si avvale di otto colori, quattro colori base (rosso, giallo, verde e blu) e quattro colori ausiliari (viola, marrone, nero e grigio), che concorrono a descrivere i diversi sentimenti di sé.
I colori, quindi, a seconda della tonalità considerata, evocano non solo differenti emozioni ma esprimono anche un’ampia gamma di sentimenti che spaziano da positivi a negativi, abbracciando la complessità del nostro vissuto psichico connesso a un determinato colore.
Quando cominciamo un percorso di rieducazione è consigliabile applicate il test di Lüscher al bambino partendo sempre dall’individuazione del suo colore preferito. Possiamo cominciare da questo dato per una serie di attività: possiamo proporgli di descriverlo il più esattamente possibile utilizzando tutto ciò che gli viene in mente: immagini, concetti, esperienze ecc. Terminata la descrizione possiamo ripercorrerla insieme al bambino in modo da aiutarlo a riconoscere i suoi desideri, i bisogni che ha e le qualità e le capacità che vorrebbe avere.
Altra attività da proporre è il gioco delle emozioni. Lo possiamo fare attraverso i colori e il movimento corporeo (l’arte del mimo). Data la consegna di un’emozione (allegria, tristezza, timore, gioia, felicità, rabbia ecc.) chiediamo al bambino di esprimerla, appunto, col gioco del mimo. Successivamente gli indichiamo di associarla a un colore. Una volta individuato il colore, gli proponiamo di disegnare sul foglio alcuni tracciati pre-calligrafici usando il colore scelto. In questo modo riusciremo ad aiutare il bambino a riconoscere le emozioni e con esse i colori che lui reputa positivi o negativi. Come recenti ricerche hanno dimostrato, noteremo che tonalità come rosso, giallo e arancione sono percepite dal bambino come allegre e gioiose mentre tonalità come il grigio e il nero sono associate alla tristezza e alla paura.
Il prossimo appuntamento parlerà de Il rilassamento col colore
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